lunedì 13 luglio 2015

IL GIANNI

Quanti anni avrà avuto? Quarantacinque? Cinquanta? Sessanta? Non ho mai saputo il cognome, cosa facesse o chi fosse nella vita. Girava voce che fosse un professore o ex professore, ma nemmeno
quella era notizia certa. 
Insomma, tolta la barba folta, i vestiti un po’ dimessi e il boccale di ceramica col campanello da bici attaccato sopra che era a suo uso esclusivo, io del signor Gianni non sapevo nulla.
Arrivavi al locale e potevi stare certo che a una certa ora arrivava, si metteva in disparte con la sua pinta e il suo giornale, rimaneva li e ti ricordavi di lui quando sentivi che suonava il campanello e il barista capiva che doveva rabboccargli il boccale.
Era piacevole vederlo li appoggiato al bancone: era parte della vita del pub, era parte dell’arredamento, era parte di quella tribù che frequentava il posto di cui anche io mi sentivo parte. 
Dopo qualche anno mi sono trasferito in un’altra zona e ho perso il giro delle frequentazioni, ho cambiato locali e quando ricapitavo in zona andavo in un altro pub, complici anche compagnie differenti e una serie di vicissitudini con proprietà e gestioni del posto dove andavo di solito che non si sapeva più se apriva o chiudeva definitivamente.
Una sera credo di ottobre tempo fa capitai in zona, mi fermai in un altro pub ed era li fuori, seduto sulle panchette esterne della birreria nella sua posa tipica: chino su qualcosa da leggere e con il bicchiere, questa volta un bicchiere anonimo e non così particolare come il suo boccale che conoscevo, li a fianco. Invecchiato non direi perché per me era sempre uguale, di età indefinita tra i cinquanta e i sessant’anni. Ricordo che capitai altre volte in quel posto ed era sempre li, a parlare con chi lo interpellava oppure a farsi bellamente gli affari suoi con la fedele pinta di birra li sul tavolo, lo stesso in cui lo vedevo ogni volta che capitavo da quelle parti. 
Il caro vecchio signor Gianni…lo avevo rimosso, o meglio, lo avevo scordato come è normale succeda, lo avevo scorato fino ad oggi, quando su Facebook qualcuno ha messo una sua foto per salutarlo e dire al mondo che non c’è più. 
Sono rimasto stranito, non sapevo come sentirmi, ho passato il tempo a chiedermi chi era veramente il signor Gianni, cosa faceva, se aveva degli affetti…ho pensato a quei momenti dove lo vedevo o quando sentivo il campanello del boccale e non so se essere triste o essere contento di essermi ricordato di lui. 
Comunque sia, a monte di tutto, ciao, Gianni. Mi ha fatto tanto piacere dividere quel bancone del Barbarian’s con te.

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