martedì 1 dicembre 2015

CARTOLINE DAL PASSATO

La mia ragazza è sempre stata indecisa su che regali farmi per qualunque evenienza. Agli inizi della nostra relazione provò con un profumo, una camicia e con altre cose prettamente maschili o di moda fallendo miseramente. Solo dopo sei mesi che eravamo assieme si è dovuta arrendere alla triste verità: non mi frega un cazzo di niente se non di comprare e collezionare dischi. Ha iniziato a odorare il problema quando ci vedevamo e quando mi vedeva vestito con le solite quattro cose, ma l'evidenza le è toccata quando finalmente ha iniziato a frequentare casa mia: ho quattro vestiti buttati in armadio alla rinfusa che fanno da contraltare a intere librerie dove metto i dischi ordinati in maniera maniacale.
Avendo capito l’antifona ha iniziato a regalarmi sempre meno cravatte e maglioni sostituendoli con un viaggio assieme, una vacanza, o qualcosa che comunque contemplasse la presenza di un negozio o una fiera del disco da visitare. Non si è mai azzardata a regalarmi un disco perché malgrado internet dia possibilità infinite non sa quali ho, quali mi mancano e quali cerco; a malapena conosce i gruppi, e io oltre che con quelli, sono un fissato di edizioni, prime stampe, condizioni...un universo completamente sconosciuto a Elena.
Questo natale le cose sono andate diversamente: visto che lo passiamo ognuno con i suoi, ci siamo trovati alla vigilia per scambiarci i regali; essendo Elena una ragazza normale io me la sono cavata con un profumo che so che desiderava e ho atteso con trepidazione che tirasse fuori dalla borsa il solito biglietto di auguri con i dettagli del week end e la relativa destinazione. Capodanno? I primi di gennaio? Magari a fine Gennaio mi ritrovo da Amoeba a San Francisco?
'ti ho fatto una cosa diversa, questa volta. Spero ti piaccia'
Ahia. Il viaggio era il compromesso ideale ed ero felice, perché cambiare le cose se tutto va bene?
Si alza di scatto e va verso l'ingresso dove inizia a frugare in mezzo alla pila di pacchi che deve portare ai suoi.
Torna dopo qualche secondo portandomi un pacchetto dall'aria più che familiare: quadrato, formato trenta per trenta: a occhio contiene uno o due dischi. 
'buon natale!'
è raggiante, probabilmente perché mi vede spiazzato.
'ma...avevi sempre detto…'
'ho sbirciato il tuo database on line e ho visto che lo cercavi'
'non lo avrai pagato uno sproposito, mi auguro…' 
'no, l'ho trovato qui in un negozietto dell'usato...di quelli che mi facevi girare per tutto il pomeriggio, ricordi?'
Lo ricordo, lo ricordo eccome. A un certo punto litigammo per quello, e decisi che per dischi ci sarei andato da solo. 
'grazie. Ma non ti offendi se lo apro domani? Non si aprono i regali prima di natale…o se vuoi aspetto dopodomani, lo apro davanti a te.'
'come vuoi, è tuo!'
mi sorride, le basta avermi sorpreso. Stiamo un po' assieme, ci coccoliamo e poi ci salutiamo. Io resto a casa e domani andrò dai miei, lei va diretta dai suoi. Appena esce e mi ritrovo solo mi rendo conto che non riesco a smettere di fissare il pacchetto. Lo prendo in mano e lo analizzo: è ben fatto, con cura, robusto in modo che nulla si rovini. Lo soppeso: c'è dentro un disco, non di più. Spero che non abbia speso un patrimonio, spero non abbia buttato i soldi in quelle ristampe che sa che io odio, spero che non sia una cosa che ho già...Elena se ci si mette è maldestra in queste cose e io forse sono troppo maniacale…e poi non so mentire bene, se ne accorgerebbe subito. 
Cerco di non pensarci e metto su un disco qualsiasi dalla pigna dei nuovi ascolti, ma l'attenzione viene distolta ogni volta dal pacchetto e dal suo contenuto. 
Devo aprirlo, sennò finisco in paranoia. Decido comunque di aspettare la mezzanotte e procedere, intanto cerco di rilassarmi. Appena scocca la mezzanotte prendo il pacco, lo rimiro e lo soppeso nuovamente, poi inizio a vedere come aprirlo. Cerco le parti dove è stato sigillato con lo scotch e lo taglio meticolosamente perché nulla si rovini. Tolgo di mezzo la carta e mi accanisco sui due fogli di cartone spesso messi a protezione e attaccati assieme con altro nastro adesivo; taglio anche quello, butto il cartone da parte preoccupandomi poi se riutilizzarlo o buttarlo e finalmente scopro il disco che si rivela essere un vecchio vinile dei Wishbone Ash del 1972: 'Argus'.
Ha la copertina apribile e parrebbe una prima stampa. Controllo la copertina e le sue condizioni e passo al vinile: è sicuramente una stampa italiana, parrebbe una prima stampa, quindi vorrebbe dire sicuramente 1972. L'unica cosa da fare è controllare la matrice stampata sul vinile su internet e sono sicuro. Anche quest'ultimo controllo da esito positivo, per cui ho una prima stampa. 
L'unico problema è che di 'Argus' ho già una copia, ma vabbé, la prima stampa mi mancava quella che ho io l’avevo trovata a un mercatino e me la sono fatta bastare. Spolvero il disco e lo controllo in controluce, vedo che ci sono un po' di graffi e ditate. Beh, è un disco di quarant'anni, non si può pretendere che sia nuovo.
Decido di ascoltarmelo immediatamente, lo metto sul piatto e mi rilasso svaccandomi in poltrona. Mi rendo conto da subito che dovrò pulirlo perché il fruscio di fondo è troppo, ma per ora va bene così. Arrivato a ‘Blowin’ Free’ però il disco salta: mi avvento sul giradischi, prendo il vinile e lo esamino: eh, già, c'è un bel graffio tra il secondo e il terzo pezzo che si sente anche al tatto. È tardi ma decido comunque di sistemarlo tanto più che a causa dell’eccitazione il sonno mi è passato.
Per prima cosa riparo il graffio con un metodo semplicissimo trovato tempo fa: strofinare sul graffio un cubetto di ghiaccio. Non so come, non so perché, ma funziona. Poi decido di pulire tutto il disco per renderlo maggiormente ascoltabile: mi metto di lena e con un pennello e del detersivo per piatti spennello per bene la superficie e poi la passo sotto il rubinetto. Al di là di liquidi apposta, alcool e macchine per la pulizia questo è forse ancora il metodo migliore. Una volta finito lo avvolgo in un canovaccio e intanto che il disco asciuga cerco una nuova busta dove metterlo, visto che quella di carta originale è parecchio mal messa.
Aspetto qualche minuto ancora continuando ad asciugare il disco poi lo riesamino prima di rimetterlo sul piatto: è pulito e si notano più graffi di prima, ma è solo perché la polvere li nascondeva, ora no. 
Una volta rimessa la puntina sul vinile mi rimetto in poltrona e mi godo il disco: il suono è più pulito anche se ovviamente ancora disturbato ma è sicuramente migliorato. Mi lascio cullare dalle note e non faccio caso al pezzo dove dovrebbe saltare perché grazie al ghiaccio il danno è scomparso. Una volta accertato che le magagne siano finite giro il vinile e mentre il lato due scorre esamino la copertina. Un po' malmessa, ma essendo quelle cose laminate degli anni '70 ha resistito benissimo al tempo e con una pulita sarà a posto. Visto che è apribile guardo l'interno, scorro sulle parole coi polpastrelli e per non so che mia mania controllo a vedere che non sia rimasto dentro nulla all'interno. 
Apro e vedo che c'è qualcosa: ma che cazzo? cos’è? Un inserto per il merchandise? Il foglio coi testi? Infilo la mano, tiro con un po' di forza ed estraggo una cartolina.
Una cartolina?
Già. 
La cartolina è tedesca, una di quelle che mostrano collage di paesotti di quella che, dopo una veloce ricerca su internet, si rivela essere una zona a ovest di Colonia. La missiva è indirizzata a un certo Giovanni, residente nella mia città e il mittente è una certa Ursula che in un appassionato inglese saluta Giovanni, lo invita nelle sue terre e gli manifesta il desiderio di rivedere lui e la sua famiglia.
Metto da parte il vinile e mi rigiro in mano la cartolina: malgrado collezioni roba usata da anni e abbia di volta in volta trovato qualcosa, questo è sicuramente il ritrovamento più curioso che mi sia mai capitato. Guardo a vedere se per caso riesco a ottenere altre informazioni senza successo. Controllo per ultima cosa il timbro: non è molto leggibile ma porta la data del 1974. 
Bene, ciò conferma che ho una prima stampa, e questa è un'ottima cosa. Lascio lì la cartolina e decido, visto che sono le due passate, di andare a dormire. 
La mattina dopo mi sveglio, mi lavo, vado dai miei e trascorro il natale tranquillamente. Verso sera torno a casa e quando sono finalmente tranquillo mando un paio di messaggi ad Elena giusto per sapere come sta e ringraziarla del pensiero. 
Il giorno dopo ci vediamo, e le mostro fieramente il disco ringraziandola nuovamente.
'ah, ci ho preso alla fine! Temevo lo avessi già!'
Taccio il fatto che ne possiedo un'altra versione 
'no, ci hai preso perfettamente! Tra l'altro, non so se è voluto ma è una prima stampa!'
'ho guardato attentamente, pensa che il negoziante pensava fossi un' esperta...io, poi!'
Ridiamo entrambi, poi riprendo la conversazione.
'ma sai che oltre che essere inaspettato è veramente speciale?'
Mi guarda incuriosita.
'questione di ricordi?'
'in un certo senso...guarda cosa ho trovato dentro'
Le mostro la cartolina, Elena se la rigira in mano e la esamina esattamente come ho fatto io qualche tempo prima. 
'ma...ma…'
'del proprietario precedente. Il timbro postale data il 1974'
'quindi...camicia a fiori col colletto lungo, pantaloni a zampa e scopava le tedesche. Eh, il caro...Giovanni!'
'già. Chissà quanti anni avevano Giovanni e Ursula al tempo di questa cartolina...e chissà quanti ne hanno adesso. Sempre che siano ancora vivi.'
Ci rabbuiamo entrambi. 
Già, perché abbiamo in mano una cartolina scritta da una ragazza a un ragazzo. Da una donna a un uomo. Si saranno rivisti? Si saranno sposati? Ognuno avrà preso la sua strada? Saranno cresciuti, si saranno sposati, avranno figliato? Sarà ancora vivo il signor Giovanni? Quanti anni avrà adesso e perché, se è ancora vivo, si è sbarazzato di questo disco? Magari lo hanno venduto i suoi eredi? 
Mi rendo conto che ho una serie di domande a cui non ho risposta che né il disco né la cartolina mi daranno mai.
L'unica cosa certa è che sono entrato in possesso di una cartolina incastrata nella copertina di un disco, e che questo disco potrebbe essere passato, a quanto ne so, attraverso una come diecimila mani prima di arrivare a me.
Certo è che ogni volta che ascolto 'Argus' non posso fare a meno di pensare a Ursula e Giovanni in una torrida estate del 1974.

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