lunedì 2 gennaio 2017

PIACERI PROIBITI

Dopo quattro anni passati dall'altra parte del globo sono tornato e ho proprio voglia di vedere come si è conservata la mia nazione: sono arrivato da tre giorni ma ho avuto pochissimo tempo per me stesso. Parenti, nipoti, familiari, amici di vecchia data mi hanno completamente prosciugato, e visto che non mi avanza molto tempo perché tra meno di una settimana riparto ho deciso per una volta di liberarmi da tutto e prendermi un po’ di tempo per me. Ho preso l’auto e sono uscito girovagando senza meta, anche se alla fine so che finirò al pub dove andavo ogni week end; l’idea è quella di vedere com'è diventata la città, ma vederlo da me, senza guide e poi magari farmi un paio di birre e tornare a casa. 
Tutti mi hanno detto che da che è cambiato il governo si sta meglio ed è tutto sensibilmente migliore…io ho lasciato questo paese disilluso e onestamente rimango tale, vedremo se i miei occhi e magari parlare con qualche estraneo mi farà cambiare idea.
Dopo aver girato per un’oretta mi rendo conto che i posti che ritenevo peggiori e persino i quartieri più malfamati sono migliorati in modo evidente, almeno a occhio: è tutto pulito, tranquillo, quasi asettico direi. Ovviamente nulla è perfetto ma rispetto a prima va benissimo. Una volta che mi sono stancato di girare vado al solito pub, che trovo non senza una certa fatica, visto che intere zone sono cambiate parecchio. Una volta scovato il posto parcheggio davanti al locale, entro e mi trovo davanti all'ennesima sorpresa: è cambiata la gestione, sono cambiati gli avventori, gli arredi, non conosco nessuno. Alla fine, visto che non ho problemi a stare solo, ordino comunque una birra e me ne sto seduto al bancone in silenzio senza preoccuparmi troppo. Mi guardo in giro a verificare e non c’è veramente nessuno dei ‘vecchi’. Son passati solo quattro anni, possibile? Attacco bottone al barista e scopro che ha comprato il locale un paio di anni prima, dopo che i vecchi proprietari hanno venduto e si sono trasferiti.
Tra una chiacchiera e l’altra finisco la birra, ne ordino un’altra sorseggiandomela con calma ma mi accorgo di essere fissato da un tizio in fondo al bancone. Alzo il bicchiere come per dirgli ‘salute’ e bevo, e questo per tutta risposta mi viene vicino. 
Non si presenta, aspetta che il barista sparisca e mi chiede sottovoce se dopo la birra voglio provare qualcosa di più ‘tosto’, di ‘fuorilegge’.
Lo guardo istupidito e gli chiedo che intruglio vuole farmi bere, lui per tutta risposta mi offre il giro e mi dice di andare con lui in un altro locale. Rimango un po’ titubante ma accetto, usciamo e saliamo su una fuoriserie ultimo modello che guida con una calma e una prudenza disarmanti. Mentre fa le curve o percorre infiniti rettilinei penso a quanto spremerei quel motore guidando come un matto. Come se mi leggesse in testa mi dice che guida piano perché non occorre dare nell’occhio e perché il posto dove andiamo è segreto e fuorilegge. Lì per lì sono ancora tranquillo, ma tensione e preoccupazione salgono mano a mano che la strada passa sotto le ruote dell’auto: da un quartiere tutto sommato normale infatti arriviamo in una zona che conoscevo come essere residenziale ma che ora risulta essere decadente, abbandonata e piena di porno shop, locali di spogliarello o bar dall’aria equivoca. Noto un paio di cartelli che indicano la libera vendita di droghe pesanti o la possibilità di picchiare o fare picchiare una persona per soldi mentre i marciapiedi sono disseminati di lattine vuote e spazzatura da cui arriva un fetore nauseabondo. 
Il mio Caronte personale mi dice di non preoccuparmi e dopo un chilometro scarso parcheggia davanti a un porno shop con in vetrina dei dildo enormi. Mi indica il sottoscala e mi dice di scendere indicando una porta di ferro dove campeggia una minuscola insegna con sopra scritto ‘Bar Privato’. 
Appena apro la porta tiro il fiato: non mi scannano, è un normalissimo bar del cazzo, anzi. Se vogliamo è pure squallido nel suo anonimato. Il mio accompagnatore, di cui non so nemmeno il nome, si affretta al bancone, mi fa sedere, si siede con me e ordina due ‘speciali’. Lui è eccitato, io solo curioso. Il barman non fa una piega, prende due bicchieri da birra piccola e li riempie direttamente dalla spina.
Ci sta servendo due birre piccole.
DUE FOTTUTE BIRRE PICCOLE.
Guardo tutto e tutti con sguardo interrogativo, il mio accompagnatore è contento, mi guarda, brinda e beve. Per non farlo sentire una merda dopo tutto lo sbattimento che si è fatto per portarmi qui faccio buon viso a cattivo gioco, bevo e sorrido. È una birra normale, nulla di che. Non c’è dentro nulla e mi viene confermato che è una banalissima piccola.
Sfondano la porta del pub, la polizia sciama dentro e puntano le pistole su tutti. Mi ritrovo una calibro nove in faccia e non ho idea del perché.
BANG.
Nei quattro anni in cui era stato via la birra piccola era stata messa fuorilegge; la pena era la morte sia per chi la serviva che per chi la consumava.

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