martedì 18 luglio 2017

APPARENZA

Il cartello fuori dal reparto indica in caratteri sterili ed asettici ‘anatomia patologica’
Appena aperta la porta il corridoio, stretto e lunghissimo, è di un bianco accecante, pulito e lucido come un tavolo da pranzo nuovo. Lo percorrono un dottore sulla sessantina basso e tracagnotto e un ragazzo di vent’anni, aitante e dall’aspetto sbarazzino.
‘amico mio, ma ti hanno detto di vestirti pesante? Guarda che là in fondo, nelle celle, fa freddo. Mica puoi venire in infradito.’
‘ma và, zio, va che io mica sento freddo. Esco a fare surf in Atlantico alle tre di notte in mutande!’
Il dottore si ferma, lo guarda dall’alto in basso.
‘seh. Vabbé. Io ti ho avvertito. Se ti sento lamentarti calci in culo’
‘tranquillo zio, tutto apposto!’
‘ricorda: CALCI IN CULO’
Non dice altro e ricomincia a camminare col ragazzo dietro che gli mostra il dito e per qualche metro gli fa il verso per poi smettere gradualmente.
Dopo una camminata quasi interminabile il dottore e l’aiutante arrivano in fondo al corridoio; dopo aver svoltato un angolo arrivano a una porta con la dicitura ‘CELLE’. Il dottore passa il dito sul lettore e la porta automatica si apre.
‘tranquillo che se resisti in questi tre giorni avrai anche la tua, di impronta codificata’
‘e perché non dovrei?’
‘perché sono quattro anni che cercano qualcuno che abbia il pelo sullo stomaco di lavorare qui senza trovarlo’
Il ragazzo si picchia sul petto fieramente
‘eccomi qui. ricerca finita, zio’
Senza nemmeno girarsi, il vecchio dottore prosegue all’interno di quella che si rivela essere un’enorme stanza.
‘seh, come no’
Il ragazzo è palesemente infastidito dalla continua sufficienza con cui viene trattato ma opta per non reagire.
Il dottore si ferma di colpo, appoggia di nuovo il dito su un sensore e sblocca tre celle. Fa scorrere i cassetti ed estrae tre corpi di donne: alte, belle, perfette. Sorelle gemelle.
‘minchia zio, ma che fighe da paura, malattia genetica? Come constatiamo che sono morte?
‘calma, biondo. prima vediamo chi erano e che età avevano’
‘che spreco però, morire così giovani’
Il dottore sorride, si allontana e torna con uno strumento vagamente somigliante a un termometro laser.
‘è per l’alvor mortis?’
Il dottore sospira
‘In una cella frigo? I calci in culo son vicini. Anche perché inizi ad aver la pelle d’oca, caro mio’
Il giovane rimane zitto.
Il dottore riguarda il corpo, solleva la mano della prima ragazza e direziona il puntatore sul polpastrello, poi guarda il display e sorride.
‘ora, ragazzo mio, guarda bene la tizia qui.’
‘eh’
‘bella, vero? La inviteresti a cena e soprattutto dopocena, vero?’
‘neanche da chiedere, zio’
‘secondo te quanti anni ha?’
‘mah’ il giovane per qualche secondo il corpo ‘direi trentacinque al massimo’
‘sicuro?’
‘sì, direi di sì’
‘ottantasette’
‘cosa?’
‘anni’
‘no, zio, ora non sfottere’
‘biondo, siamo nel 2037, la chirurgia plastica sai che livelli ha raggiunto, cosa ti stupisce? Che le donne che vedi per strada non sono così? che queste tre sono uguali ma che in realtà sono vecchie carampane che non sopportavano il tempo che passa e si sono deturpate? Se non ci credi teh, guarda: questo pistolotto è un estrattore per DNA. Puntandolo sul polpastrello confronta il dna del corpo con quello presente in anagrafe. E il DNA non mente, lo sai’
Il ragazzo, che le cose le aveva studiate e quindi era ferrato sulla teoria, rimane incredulo perché nelle aule non gli avevano mostrato quel lato del mestiere prende lo strumento, lo punta sul polpastrello del secondo corpo e guarda il visore: Marianna Ethzivaski, di anni 92.
‘ma….ma…’
Il dottore lo guarda impietoso
‘e magari con una così ci sei uscito. Ci hai visto dei porno. Hai fantasticato. E poteva essere tua nonna’
‘dottore, io…’
‘sei confuso, hai freddo, non te la senti’
‘io…non so’
‘vai a casa va, che i calci nel culo te li prendi domani se vieni ancora conciato così’
Il ragazzo non se lo fa dire due volte: esce a passo spedito dalla sala. Il dottore aspetta si richiudano le porte, poi, fregandosene del divieto di fumo della cella frigo, si accende una sigaretta. Guarda le tre donne, poi la porta.
‘i calci nel culo a quello lì non glieli darò mai, farà come tutti gli altri, non si ripresenterà’.

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