Mi ritrovo con la testa appoggiata al finestrino e un po’ di sonnolenza che deriva dal cullare del mezzo che sta andando.
Guardo fuori, ma in un certo senso è come se non vedessi, lo sguardo mi si perde tra il riflesso della mia faccia sul vetro e il panorama che scorre fuori dalla finestra. Non sto seriamente osservando quello che scorre, lo sto guardando in modo molto distratto, giusto da tenermi impegnato.
In questi momenti è bello avere le cuffie, diventa tutto così irreale: non senti i rumori, non senti il vociare della gente, i clacson, le liti…hai una colonna sonora perfetta di un tragitto che sfila davanti a te senza intoppi, come un video musicale.
Si procede piano, si corre, ci si ferma al semaforo rosso, si riparte. Gente dal tram di fronte che sale e scende, gente che aspetta, si diverte, beve, ride, piange.
Gente che vive.
Stasera volevo uscire e ho girovagato un po’. È un po’ umido ma non freddo, basta coprirsi. È bello girare, vedere le strade slavate e lucenti a causa della pioggia che batte e ti inzuppa piano piano il cappuccio della felpa.
Stasera ho vissuto.
Quando mi sono sentito la testa bagnata a sufficienza sono entrato in un bar qualsiasi e mi sono preso una birra, una qualunque. Me la sono sorseggiata con calma in attesa che la felpa asciugasse mentre guardavo in giro l’umanità stipata lì dentro: slavi, turchi, gente di malaffare che dopo avermi guardato storto non ha badato più a me.
Mi sono finito la birra, sono uscito, e ho ripreso a girovagare lasciandomi nuovamente incantare dall’asfalto bagnato. Fortunatamente ha smesso di piovere, si è alzata una lieve brezza che intirizziva ma era molto piacevole.
Il cielo stellato e macchiato dalle nuvole che si muovevano era splendido.
Sono stanco ma felice, adesso sono qui, al caldo e tra un po’ sarò a casa tranquillo, a letto. mi sono fatto un bel giro, mi son goduto la città, adesso sto guardando la mia città che mi scorre davanti, bellissima e irreale.
Non vedo l’ora di dormire per sognarmela domani.
‘allora, come sta?’
‘è morto, non ce l’ha fatta. Quanto tempo fa lo ha trovato?’
‘mezz’ora scarsa. Era in una pozza di sangue riverso su una panchina che blaterava non so cosa del cielo, per tutto il tragitto canticchiava sereno e diceva di essere in tram’
‘almeno è morto col sorriso’ concluse il medico.
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