Come
già detto precedentemente ho avuto il mio periodo ‘no metal’ dove mi sono
dilettato nella scoperta e riscoperta dei classici degli anni ’70. Per
completezza di informazione andrebbe aggiunto che anche il mio look e il modo
di vivere erano gestiti di conseguenza: camicie orribili o attillate dai colori
allucinanti, jeans a zampa d’elefante originali degli anni ’70 comprati usati,
una giacca militare di lana cotta dell’esercito svedese e così via. Avevo anche
un maggiolino del 1974 con cui ci andavo un po’ dappertutto, fregandomene del
fatto che avesse già trenta e passa anni sul groppone e considerato che senza
musica non riesco a viverci, la prima cosa che feci appena presi l’auto fu
piantarci dentro un impianto radio con il mangianastri e il caricatore dei cd.
Essendo
però fissato con la mia collezione di cd erano ben pochi gli originali che
finivano in autoradio, così optai per compilation, masterizzati, o misti vari
fatti in casa. Oltre che fissato sono pure pigro per cui nei sei slot per
ascoltare cd rimanevano sempre sei cd, i soliti sei cd, che ascoltavo senza
soluzione di continuità. Ricordo che passarono gli AC/DC, i Blue Cheer, gli
MC5, i Creedence, qualcosa dei Velvet Revolver, le Orme ma soprattutto Free e
Led Zeppelin.
Poco
tempo fa, sbaraccando casa e buttando un po’ di quella merda che hai lì ammucchiata
da anni e che sai che prima o poi devi buttare, ho trovato uno di quei cd molto
originalmente chiamato ‘misto ‘70’ e ho provato a metterlo su. Si sente ancora,
a parte un pezzo o due irrimediabilmente compromessi dalla vernice riflettente
saltata via. Dopo averlo ascoltato mi sono tornate alla mente in maniera molto
più vivida due situazioni che vi vado a raccontare.
La
prima è legata all’ascolto di ‘Ride On’ degli AC/DC, forse il pezzo che
preferisco di più della band australiana. Quella volta, sarà stata la
situazione o il mio mood, apprezzai ancora di più il pezzo. Se la memoria non
mi inganna ero sceso a Genova per sailcazzo cosa, e mi trovai a partire dalla
città della lanterna attorno alle undici di sera, o forse mezzanotte. Prima di
entrare in autostrada mi rollai una sigaretta, me la accesi con tutta calma,
misi quel cd nel lettore e aprii il deflettore per fare uscire il fumo.
Ecco,
magari per molti non vuol dire un cazzo, ma guidare nella notte, da soli, con
nessun’altra auto in strada, in quel tipo di auto, cullati solo dal rombo del
motore e da quel pezzo degli AC/DC è stata per me un’esperienza
indimenticabile.
L’altro
ricordo, forse un po’ più romantico e mieloso, è invece legato a un pezzo dei
Led Zeppelin. Già lo so che molti diranno ‘che palle, ma quanto sei
originale!’, fatto sta che le cose stanno così.

A
molti risulterà una cosa scontata, ad altri no, sta di fatto che quel pezzo era
in rotazione pesantissima nella mia autoradio nel periodo in cui frequentavo
quella che poi sarebbe diventata mia moglie.
Nota
bene, non l’ascoltavo spesso e molto raramente quando avevo su lei, ma era di
sicuro la canzone che avevo su a ripetizione mentre tornavo a casa dopo averla
riaccompagnata. Ancora oggi mi chiedo se fosse il testo, quel mood dolce/amaro
del pezzo o chissà cosa, sta di fatto che era il pezzo perfetto per chiudere la
serata, parcheggiare l’auto, tornare in casa e anelare di rivederla
presto.
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