sabato 1 settembre 2018

NEURONI SPRECATI

‘ti ritrovi in una stanza e non ricordi più perché?
Incontri qualcuno per strada e non ti ricordi dove lo hai visto?
Non trovi le cose in casa o qualcuno non ti ha più ridato qualcosa che gli hai prestato?
vuoi fare posto a nuove informazioni al posto di ricordare vecchi particolari?
vuoi dimenticare per sempre una spiacevole esperienza o un determinato fatto?
vuoi finalmente liberarti di qualsiasi problema legato alla sfera mnemonica del tuo cervello?
Se la risposta è Sì a una di queste domande non esitare a chiamarci al numero 442 667 899! 
La MNEMO è a disposizione per qualsiasi consulto, domanda o preventivo!
Non esitare, chiama oggi stesso o vienici a trovare in Largo Augusto 43!’
Patrizia decise di comporre quel numero perché pensò che eliminare certi ricordi sarebbe stata un’ottima occasione di ricominciare e continuare a vivere senza certi fardelli; si decise quindi ad andare a vedere cosa potevano fare per lei.
La palazzina moderna, che sorgeva al posto di una vecchia casa di ringhiera che lei ricordava essere lì fin da che era piccola, le mise un po’ di nostalgia e titubanza, ma malgrado tutto entrò: aveva fatto della strada e capì che era l’unica maniera di buttare alle spalle i fardelli del passato e finalmente guardarsi avanti.
All’ingresso, uno steward decisamente sexy l’accolse senza proferire parola. Patrizia diede le sue generalità e fu accompagnata in una stanza senza finestre dalle pareti spoglie completamente verdi.
Tolto un fugace pensierino malizioso per lo steward Patrizia non stava pensando a nulla se non al fatto che le scappava la pipì dal nervoso. Si iniziava a chiedere perché era lì e chi sarebbe entrato. 
Dopo una decina di minuti ebbe la risposta: un uomo sulla trentina, in completo nero, sorridente.
‘oh, buongiorno!’
Patrizia si alzò.
‘buongiorno’
Il consulente, da tipico venditore, sfoderò il suo sorriso piastrellato condito da finta cortesia.
‘scusi sa, ma lasciamo sempre una decina di minuti di solitudine al potenziale cliente prima di parlare. Certe cose vogliamo siano ponderate. Sono costose e il processo di inversione non c’è. Mi spiace dover essere crudo ma devo chiederlo, è la prassi: è veramente sicura?’
‘sì’
‘bene. a questo punto le chiedo di riempire questo questionario, poi le faremo il preventivo e se accetta procederemo immediatamente. L’intervento dura una decina di minuti ed è completamente innocuo e indolore. La lascio sola per il tempo necessario a compilare tutto o ripensarci’
Il consulente uscì dalla stanza mentre Patrizia si apprestò a compilare i fogli che si trovava davanti. Trovò incredibile che a ogni pagina e a ogni croce era sempre più decisa a continuare: nessun rimorso, nessun rimpianto, nessuna voglia di ricordare. Anzi.
Dopo altri venti minuti il consulente tornò: aprì un tablet, scansionò al volo i fogli compilati da Patrizia e le presentò il preventivo.
‘lo ha anche per mail, nel caso, ma come può vedere’ gli girò il tablet ‘sono 350 Euro. Certo, mi lasci dire che non capita spesso che vengano richiesti interventi come il suo…o meglio, ne fanno tantissimi illegalmente, ma qui la maggior parte viene per aumentare la propria memoria, non per cancellare certe cose. Posso chiederle perché lo fa?’
‘voglio ricominciare a vivere’
‘cancellando…vediamo…suo padre dalla memoria?’
‘sì. Anche questa domanda è prassi o possiamo procedere?’
‘a dire il vero non è prassi…lasci che le dia un avvertimento gratuito: fossi in lei non lo farei. Anche grazie a quello che vuole cancellare lei è la persona che è, e non è detto che un domani non voglia ricordare quello che oggi vuol dimenticare. Lo so, perché ci sono passato anche io.’
‘sono mesi che ci penso, voglio procedere’
‘sta bene allora, se lei è convinta nessun problema. Firmi qui. Io la saluto a questo punto, i suoi dati li abbiamo, l’addebito arriverà sull’estratto della sua carta di credito. Nel caso abbia domande o dubbi siamo a disposizione’
Patrizia firmò. il consulente si congedò uscendo dalla stanza non prima dell’ennesimo sorriso di circostanza; dopo qualche minuto due ragazzi col camice arrivarono e accompagnarono Patrizia in una stanza dove al centro c’era un macchinario molto simile a una risonanza magnetica. La fecero accomodare sul lettino che entrò nel macchinario per uscirne dopo dieci minuti esatti.
Visto che non era successo nulla Patrizia chiese lumi.
‘ma, quando iniziamo?’
‘abbiamo già finito, Signora. Può andare a casa’.
‘sul serio?’
‘certo. Signora, ricorda perché è venuta qui?’
‘Ovviamente, che domande’ rispose piccata. ‘Volevo dimenticare…dimenticare…non so chi’
‘capisco. Signora, conosce un certo Damiano Rebecchi?’
‘chi? no, mai sentito in vita mia’
‘ottimo’ rispose il tecnico sorridendo ‘vada pure a casa e si riposi, le arriverà il referto e la fattura via mail tra una decina di minuti’
Patrizia, anche se un po’ confusa, uscì, chiamò un taxi e tornò a casa.
Arrivata si spogliò, mise la tuta più confortevole che aveva, si sedette sul divano e accese l’abat jour sul tavolino a fianco. Prese il tablet in mano e guardò la mail: fattura della ditta MNEMO per un servizio da 350 euro con un referto allegato. La causale dichiarava ‘Cancellazione memoria parziale e conservazione dati in cloud’
Si chiese chi avesse cancellato dato non le veniva in mente nulla.
Ci pensò ancora per qualche minuto poi lasciò perdere. Si sentiva tranquilla, non felice, ma era a posto, in pace con se stessa, un po’ come il cielo appena dopo il temporale: è sempre grigio ma sai che arriverà il sereno.
Dopo un paio d’ore si svegliò: si era abbioccata sul divano, e decise di andare a letto. Si vestì, si lavò i denti, si struccò e si mise a letto.
Si sdraiò ma le tornò in mente quel nome: Damiano Rebecchi. Il suo stesso cognome. Perché le avevano domandato se lo conosceva? Chi era Damiano Rebecchi?
Diventò inquieta. Si alzò, ando a prendere il tablet e iniziò a cercare informazioni sul quel nome. Dopo una veloce ricerca trovò una decina di omonimi e iniziò a guardare le informazioni di ognuno. Iniziò a eliminare uno a uno i vari profili fino a che non le saltò all’occhio un Damiano Rebecchi della sua città, recentemente scomparso. Trovò qualche foto, una breve biografia e il necrologio firmato dalla moglie e dalla figlia.
La moglie portava il nome di sua madre, la figlia era sua omonima.
Possibile che Damiano Rebecchi fosse suo padre?
Iniziò a cercare nel cloud le foto di famiglia che erano state scattate anni prima: foto di varie annate dove c’era lei, sua madre e Damiano Rebecchi. Questa persona era sempre con lei e con sua madre.
Era suo padre? Non era possibile che fosse suo padre, suo padre era…già, com’era fatto suo padre?
Dopo aver concitatamente sfogliato una decina di cartelle capitò su una foto dove c’era lei davanti a una torta con cinque candeline: dietro di lei c’era sua madre con un vestito verde e quell’uomo, tutti sorridenti.
Ricordava perfettamente il suo quinto compleanno, i regali, la torta, quel momento, sua madre, ma non suo padre.
Capì allora che Damiano Rebecchi era suo padre, ma lei non lo ricordava, né provava nulla. Era solo un volto su uno schermo, un nome su un necrologio. Si chiese perché avesse voluto cancellarlo.
E fu allora che iniziò a piangere, perché non era la persona a mancarle, e nemmeno l’idea che fosse morto o l’aver deciso di cancellarlo dalla sua vita.
Quello che la faceva disperare era l’averlo dimenticato.

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