‘uhm’
‘qualcosa di grave, dottore?’
‘no, semplicemente i livelli delle funzionalità renali sono altini. E diciamo che per una persona della sua età sarebbe meglio non sforzare troppo. i reni puliscono il sangue, devono funzionare bene’
Righi lo guardava un po’ preoccupato
‘ma è grave?’
‘no, teniamo sotto controllo e vediamo come va. Lei intanto mi ripete le analisi tra un mesetto, stando attendo all’alimentazione’
‘cosa devo evitare, dottore?’
‘carni rosse, troppo alcool…guardi, anche se può sembrarle drastico, e in effetti lo è, provi ad abbandonare la carne per un periodo. Provi a fare una dieta vegetariana o vegana, su internet troverà un sacco di indicazioni. Beninteso, un periodo, un paio di settimane di disintossicazione e poi riprende la carne magari meno frequentemente di quello che mangiava fino ad oggi.’
‘dottore, me se mi toglie la carne mi toglie il pane.’
‘Righi, ci conosciamo da anni, so benissimo che la sua dieta consiste in carne, vino e patate. Ma lei non è un russo, non ha vent’anni, non è allenato e il suo fisico inizia ad accusare. Anzi, oltre alla dieta si faccia anche un po’ di attività fisica che sicuramente fa bene. Passeggiate, bicicletta…veda lei, insomma.’
Righi dopo la visita uscì sconfortato e rattristato dall’avvertimento perentorio del medico. Perché se è vero che da una parte era una buona forchetta e mal digeriva le limitazioni dall’altra era un ipocondriaco all’ultimo stadio, pertanto decise di mettersi sotto e vedere di uscire dall’empasse in cui si era cacciato a causa delle sue sregolatezze alimentari.
Innanzitutto decise di tornare a casa a piedi anche se erano sei fermate di tram. Strada facendo si fermò al mercato comunale e, dopo aver assalito il verduraio, andò dal formaggiaio saltando a piè pari il suo amico salumiere.
Per quella sera decise che iniziare subito una dieta vegana sarebbe stato troppo pertanto decise sì di togliere la carne ma non i latticini. O almeno, decise di assumere i latticini limitandoli. Con le borse piene di cose ‘salutari’, almeno per lui, tornò a casa e cenò in modo parco e misurato bevendo solo acqua. Mise via tutto il vino che aveva in casa in cantina e cercò di non pensarci saziandosi di acqua. Cenò con un paio di stagionati e dello zola accompagnati da un peperone e un finocchio crudo e una mela e si mise sul divano a guardare la TV. In meno di un’ora era già aggredito dai morsi della fame.
Andò a letto dritto senza pensarci e cercò di addormentarsi prima possibile.
Il giorno dopo la radiosveglia lo svegliò con la notizia di un attentato non lontano dal suo ufficio. Una volta assicurato che malgrado tutto i suoi cari fossero in salvo tirò il fiato e andò al lavoro.
A pranzo il menù del solito ristorante aveva i suoi piatti preferiti, ma a lui toccava una scarna insalata vegana.
Non era male. Un misto di frutta, verdura, frutta secca tutto sommato gustoso.
La sera, mentre mangiava sul divano, il TG diede la notizia della morte di uno scrittore di successo, molto giovane.
La cosa non lo colpì se non per la giovinezza del ragazzo e per il fatto che gli era sempre stato sul cazzo.
Cena parca, buco allo stomaco, letto.
Tutto ripetuto come il giorno prima.
E il mattino dopo la radiosveglia annunciò un’esplosione a Parigi a causa di un cortocircuito nella metropolitana.
Righi si alzò, fece colazione e si recò in ufficio.
Insalata vegana.
Cantante morto per overdose.
Iniziò a dirlo a qualche collega ridendoci su finché gli stessi lo chiamavano a ogni pranzo annunciandogli che disgrazia era successa.
Righi rideva.
La mattina delle analisi, dopo aver sentito l’ennesima disgrazia, si recò allegro e di buona lena al centro prelievi, poi al lavoro e a pranzo si tolse il gusto di mangiare un hamburger.
Lo gustò come fosse il primo che mangiava in vita sua, morso dopo morso.
Tornato in ufficio lavorò tranquillo senza essere disturbato, tornò a casa e cenando accese la TV mentre si preparava del pesce: nessuna disgrazia.
Una coincidenza, dai. Le disgrazie non potevano essere collegate alla sua dieta vegetariana.
Andò a letto, si svegliò il giorno dopo e la radio annunciò una sparatoria in periferia a Dortmund con conseguente elenco di vittime.
Continuò la dieta fino al ritiro delle analisi e alla visita dal medico, convivendo con il corollario di disgrazie che continuava a sentire e che i suoi colleghi gli addebitavano.
‘oooh! Bravo Righi, siam perfetti, ha mangiato carne?’
‘una sola volta, dottore, per festeggiare dopo le analisi’
‘male non le ha fatto. È così tremenda la verdura?’
‘no, anzi…’ disse pensieroso ‘ci ho preso gusto’
‘bene, Righi! Mangi pure la carne adesso, ma tre volte a settimana, non di più. Ha bisogno di proteine ma non esageriamo nel senso inverso, va bene?’
‘va bene dottore. Anche se ero tentato di diventare vegetariano’
‘come mai?’
‘mi da gusto’ rispose sorridendo.
‘beh, Righi, non me l’aspettavo da lei. però senta, se le da piacere provi per un periodo. Un paio di mesi? Vediamo come va, mi fa le analisi però che vediamo come fanno i livelli di ferro e altro. E mi raccomando, anche pesce e latticini, eh!’
‘va bene dottore, proverò e vediamo, a presto!’
Righi uscì sorridendo dallo studio del dottore. Il sole tramontava, il cielo era rosso, era proprio una bella giornata.
E lui era felice, perché la gente gli stava veramente sul cazzo, e se era vero che a mangiare vegetariano il pianeta si spopolava piano piano, beh, lui ne era soddisfatto.
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