Si addormentò felice dopo una serata tutto sommato normale, senza vizi e stravizi. Si addormentò sereno, convinto di un sonno tranquillo privo di sogni, cosa che però non avvenne.
Nel mezzo di una serie di strani percorsi onirici infatti a un certo punto della notte si trovò nel mezzo di un sogno molto realistico: al buio, al freddo, in una caverna, vestito degli abiti della sera prima e con quattro presenze femminili davanti. Non riusciva a focalizzarle benissimo ma erano somiglianti in modo impressionanti a quattro sue ex con cui i rapporti si erano chiusi in modo tutt’altro che amichevole. Si sentì una stretta al cuore, come se fosse colpito da infarto: il senso di colpa di vederle tutte e quattro lì davanti a lui era talmente pesante da avergli provocato un malore tale da svegliarlo.
Guardò l’ora: le 3:02. Si alzò, andò in bagno e si rinfrescò, per poi tornare a letto cercando di riaddormentarsi prima possibile.
Il sogno però tornò a tormentarlo: dopo essersi addormentato infatti ‘tornò’ per un attimo nella caverna provando il medesimo stato di oppressione. In qualche maniera riuscì a uscire da quel luogo e a ritrovarsi in quella che nel sogno identificò come la casa di una delle sue quattro ex. Girovagò, si guardò in giro e appurò che comunque dopo di lui aveva un’esistenza felice. Arrivò in camera da letto e la vide tranquilla che dormiva assieme al compagno, a fianco del letto un lettino dove dormiva pacifico un neonato.
Vedere quella scena gli tolse un peso dal cuore, ma d’altra parte lo lasciò perplesso: aveva passato anni a martoriarsi su quella storia passata, si sentiva in colpa, non aveva avuto il coraggio di ricontattarla ma quella cosa gli era cresciuta dentro giorno dopo giorno e il peso del rimorso lo aveva consumato sempre di più.
‘Scusa.’
Gli uscì dalla bocca così, semplice, senza altre parole. Dentro di lui le fece un discorso interminabile, ma non venne fuori altro suono che quella parola di cinque lettere. Si girò, uscì dalla stanza per ritrovarsi subito dopo in un’altra camera da letto, dove dormiva un’altra delle sue ex, stavolta da sola. Alle pareti le foto di una coppia felice e la ragazza che dormiva serena. Non ci credeva: possibile che avesse sprecato parte della sua vita con rimorsi e sensi di colpa che forse era meglio ridimensionare? Un sorriso amaro gli schiuse le labbra, sospirò e cercò di svegliarsi. La cosa non gli riuscì granché bene perché si trovò in un’altra stanza da letto, la terza. Altro giro, altra donna serena, altro regalo. Non sapeva più cosa pensare. Pensò che sì, avrebbe dovuto chiedere scusa, ma in alcuni casi, passati vent’anni, forse non ne valeva più la pena e ormai, visto che lui era stato messo nella scatola dei ricordi, forse non era più il caso di martoriarsi così. Si risvegliò di scatto, si guardò in giro nella penombra e vide nella sua camera da letto la silhouette dell’ ultima ex.
Era pietrificato. La guardò ma era immobile, poi dopo un battito di ciglia svanì. Decise allora di alzarsi e andare in bagno ma nel varcare la soglia si trovò in un’altra stanza sconosciuta, apparentemente vuota, dove il letto era sfatto e la sua ex comparsa poco prima lo stava osservando appoggiata al muro.
‘Lo sapevo che saresti tornato.’
Lui la guardò con fare interrogativo
‘Ho sempre avvertito una sorta di sguardo benevolo su di me, come se qualcuno volesse che io stessi bene, ma mai avrei pensato fossi tu.’
‘Già. Non mi sono mai perdonato quella notte sul lago.’
‘E perché? Eravamo adulti. Ci sono rimasta male dopo, ma è il gioco delle parti.’
‘Eri fragile, mi sentivo responsabile, avevo paura che…’
‘Ho vissuto meglio di te.’
‘Dici?’
‘Io ho dimenticato la cosa dopo due mesi. Tu? Sono passati dieci anni e ancora ti stai martoriando.’
Lui abbassò lo sguardo, capì che lei aveva ragione su tutta la linea.
‘Per quello hai sognato me e le altre, non capisci? Finalmente sei libero.’
‘Vuol dire che…mi avete perdonato?’
‘Noi da tempo. Quello che non ha mai perdonato queste cose sei tu. Ti sei costruito e trasportato un fardello ogni giorno più grosso, e per che motivo? Potevi trovarci prima, risolvere tutto anni fa.’
Non aveva una risposta. Si rese conto di essere stato un perfetto idiota quando effettivamente avrebbe potuto fare due telefonate o un incontro molto prima.
Voleva risponderle ma non riusciva a parlare.
‘Beh, io adesso tornerei a dormire. È stato bello vederti, anche se sarebbe stato meglio prima. Molto prima. Le cose sarebbero andate diversamente.’
Appena le parole della ragazza terminarono tutto scomparì.
Il medico legale constatò che era morto alle tre in punto e allo stesso tempo quattro ragazze in varie città ebbero degli strani sogni relativamente a un loro ex; una di queste millantò di averci parlato in quanto strega.
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