A differenza di tutte le altre, la copertina era ben differente dal tipico standard del death metal. Niente cadaveri putrefatti, disegni horror o altri cliché. Una semplice foto di un cimitero in toni rosa, il logo della band e il titolo in eleganti caratteri Colonna.
Semplice, lineare, efficace.

Giunto a casa lo misi nello stereo di mio fratello e pigiai il tasto ‘play’: suoni tipicamente death metal ma con tempi lenti, doom, accelerazioni e parti death non velocissime. Il mood del disco è tetro e malinconico, tant’è che durante l’ascolto ti rendi conto che la copertina confeziona perfettamente l’opera. I testi forse sono la cosa più tipica e atipica al tempo stesso di quanto proposto nel genere death metal: parlano di morte, ovviamente, ma da un punto di vista più materiale. Non ci sono squartamenti, storie horror o altro, si tratta di testi incentrati ai pensieri dei morti e di cosa può pensare un morto che viene sepolto. Forse il pezzo più ‘classico’ a livello lirico potrebbe essere ‘Taste The Dying’, ovvero il racconto di quello che pensa un feto mai nato sotterrato nel corpo della madre.
Morale della favola: ‘Hope Finally Died…’ fu uno di quei pochi cd che registrai al volo, fotocopiai la copertina e di cui cercai immediatamente originale. ‘(Forever) Lying In State’, lo strumentale messo a chiusura, è talmente tetro che ogni volta mi passa la voglia di sentire musica, spengo lo stereo.
Ho sempre sentito il cd dall’inizio alla fine, non ho mai messo i pezzi random, non ho mai sentito solo un pezzo o due. Sono quaranta minuti di disperazione, dolore e accettazione incondizionata della morte.
Qualche anno dopo, credo fosse il 2002 o 2003, trovai tramite un venditore ebay americano il vinile, originale e praticamente nuovo, a dodici dollari. Quando arrivò, intonso e completo di busta interna, ero contento come una pasqua, anche se l’unica pecca del vinile rispetto al cd è la copertina: sopravvivono i caratteri colonna, ma la cover è la foto dell’interno di un’agenzia di pompe funebri, sempre virata su toni rosa. È sicuramente meno accattivante e ficcante della copertina del cd ma rimane sempre qualcosa di differente.
Negli anni, con l’avvento di Discogs, ho anche ricevuto offerte per vendere il cd e farci dei bei soldi (sia quello che il vinile in prima stampa hanno quotazioni importanti) ma ho sempre rifiutato, lo considero a tutt’oggi uno dei dieci ‘dischi della vita’ nella mia classifica di sempre e, forse, addirittura nella top 5 assoluta.
‘As you walk upon my unmarked grave
I will lie gazing up at you
My empty eyes see nothing
But remember the pain’
La prossima volta che andate a trovare qualche caro al cimitero fateci caso: non è che avete la vaga sensazione di sentirvi osservati?
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