sabato 6 aprile 2019

COERENZA?

Mi rendo conto che spesso e volentieri con i racconti di memorie vado sul personale, ma tant’è: la strizza mi ha fatto ben capire che io sono un po’ diverso dalla norma e, vivendo tutto nella mia testa, l’unica maniera di scaricare le cose è metterle per iscritto.
Può sembrare strano ma è così: io sono un ossessivo, ho le mie fisse, le mie paranoie, le mie deviazioni. Scriverle per me equivale alla catarsi, ovvero mi sfogo e posso continuare a vivere molto più leggero. Per questo ci sono cose che scrivo che non leggerà mai nessuno, che verranno pubblicate tra anni o storie che sono pubblicate e che riportano nomi diversi dalla realtà.
Detto questo, oggi devo scrivere qualcosa relativamente ai rapporti umani o alla cosiddetta coerenza negli stessi.
Personalmente, e forse purtroppo, sono una persona molto rigida, per cui dò molto peso alle affermazioni, alle frasi, a quando uno mi chiama ‘amico’ e via di questo passo. Prendo malissimo quando vengo tradito e perdono con molta difficoltà. In vita mia raramente mi è capitato di dare una seconda occasione a una persona perché, secondo come la penso io, se mi hai inculato una volta sicuro prima o poi la seconda arriva. E bada bene, non si parla di liti per diversità di opinioni, ma proprio di pugnalate alla schiena.
L’altra cosa che non ho mai concepito è il massacrare una persona e poi, in faccia, fare l’ipocrita di merda o peggio uscirci assieme, a cena, o in compagnia, o frequentarlo anche per caso. La cosa mi crea enorme diffidenza, perché mi rendo conto che malgrado le rassicurazioni potrei essere trattato uguale…quindi, stai a distanza.
Io, nel caso uno non mi va a genio e denoto che è una persona trascurabile manco la saluto. Non è infantile, è liberatorio: non vedo perché scambiare una convenzione sociale con l’ipocrisia. Per questo, di solito, la gente mi vede scomparire. Non ho né la voglia né il minimo interesse di stare lì a spiegarti perché sei un coglione, tanto ti giustificheresti uguale, quindi facciamo così: tu per me sei morto (o morta) e chiuso lì.
Recentemente infatti mi è successa questa cosa con più di una persona (Karma? Coincidenza? Sincronicità?), ne ho discusso con un paio confidenti a me vicini e, benché sia stato giudicato decisamente estremo, forse troppo estremo nel mio modus operandi, non mi sono proprio preso del matto col botto.
E tanto mi basta.
Io, purtroppo, sono sempre stato uno che non vede i toni di grigio. Per me le cose sono bianche o nere, le persone buone o cattive e, soprattutto, so che non posso (e grazie a dio manco mi interessa) andare d’accordo con tutti. Non voglio leccare i culi, non mi è mai interessato e mi da fastidio quando lo fanno a me. Io, se frequento una persona, voglio avere un’occasione di crescita, di ampliamento dei miei orizzonti, non mi interessa passare il tempo con degli idioti. E, sfortunatamente, una brava persona non si giudica né da come si veste né da cosa ascolta. Ho conosciuto gente adorabile con gusti opposti ai miei e veri figli di troia che sentono gli stessi miei dischi (ma con uno stato d’animo diverso, ne parlerò un’altra volta però).
Beh, direi che è tutto…tranne ah!
1 – Ho usato il maschile perché mi è comodo, ma ovviamente se parlo di ‘persone’ è tutto riferito a entrambi i sessi. Ho conosciuto stronzi e stronze che vorrei vedere due metri sottoterra senza distinzione di sesso e con le quali ho chiuso i rapporti allo stesso modo sopra descritto.
2 – Mi sono reso conto che qualcuno, leggendo, potrebbe sentirsi chiamato in causa. Ecco, questo è uno di quei casi in cui scrivo senza un ‘bersaglio’ preciso. Chiunque si senta tirato in mezzo deve ringraziare solo la sua bella coda di paglia.

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