La coda alle otto di sera in circonvallazione è
sicuramente sopportabile, non così i 70 chilometri all’ora che bisogna tenere
sul ponte della ghisolfa, ecco perché preferisce passarci sotto malgrado i
semafori sempre rossi. La pioggia batte sul parabrezza picchettando aritmicamente
e confondendosi con il rombo del motore e lo stridere dei tergicristalli sul
vetro; un pezzo di Zakk Wylde esce dall’autoradio donandogli un po’ di
malinconia e calore della casa che raggiungerà tra poco mentre si ritrova i
piedi quasi in fiamme a causa del fatto che d’inverno gli piace girare per la
città con il riscaldamento a palla, e d’altro canto il vecchio maggiolino non
permette di regolare la temperatura ma solo l’apertura delle bocchette che
convogliano l’aria calda dal motore.
All’ ennesimo semaforo si lascia ipnotizzare dal movimento
dei tergicristalli e inizia a lasciar vagare la mente sulla sua vita. Non è mai
stato una persona solare, ha sempre avuto quel velo di malinconia che gli
guastava di volta in volta tutte le cose belle che gli succedevano in vita.
Insomma, il classico tipo da bicchiere mezzo vuoto, bevuto da qualcun altro. A
parte qualche episodio sporadico, è sempre stato anche troppo pessimista
rovinandosi la vita nella migliore delle maniere, con le sue mani.
Scatta il verde, e miracolosamente riesce a trovare uno
spiraglio e la via davanti a sè completamente libera. 70, 80, non di
più perché ha sempre paura che l’auto slitti e non riesca più a controllarla e
lui si ritrovi contro un palo, ma malgrado tutto a quella velocità riesce a
prendere tutti i semafori verdi e a ritrovarsi più vicino a casa di quello che
immaginava.
Non ha voglia di tornare a casa. Vorrebbe fermarsi fuori a
mangiare e a fare due chiacchiere. Consulta la rubrica del cellulare, ma non
trova un nome che gli vada a genio. Non è nel mood di fare casino o
divertirsi…preferisce una birra davanti ad un amico a parlare del più e del
meno in un locale poco affollato. Nulla, non trova un nome che lo ispiri.
Spegne l’autoradio, si ficca il frontalino in tasca, apre la porta, getta la
sigaretta e chiude l’auto senza metterla in box.
Nella casella della posta non c’è nulla, ma davanti alla
porta di ingresso c’è uno dei suoi soliti pacchi quadrati che contengono lp.
Non da molto gli è ripresa la mania del vinile…saranno circa tre anni, ma in
questo periodo tra siti on line e scambi con mezzo mondo è riuscito a
recuperare gran parte dei dischi che vedeva nei negozi quando era più piccolo e
che all’epoca le mance settimanali non gli permettevano di comprare. Apre la
porta, entra in casa e mette il pacco in un angolo dell’ingresso dove ne
giacciono altri due, cose arrivate giorni fa ma che non si è ancora preso la
briga di aprire.
Guarda fuori dalla finestra e vede gli alberi che si
muovono leggermente a causa del vento e i fanali delle auto in lontananza.
Ripensa a quanto gli manca la sua vecchia zona e al fatto che spera sempre un
domani di poterci ritornare, malgrado la città dove vive gli piaccia sempre
meno e gli sembri sempre più anonima e egoista.
Si volta a vedere l’ora sull’orologio a muro e scorge un
biglietto sul tavolo. È partita per lavoro e tornerà tra qualche giorno,
intanto gli raccomanda di mangiare, dormire e non stancarsi troppo. Non sa
perché ma gli viene in mente il viaggio di cinque anni prima. Era un’altra
persona, un’altra donna e un periodo che gli pare essere lontano non cinque, ma
vent’anni. Ora si ritrova a casa sua, con qualche pelo grigio sulla barba e
sulla testa a fissare il biglietto della sua donna in silenzio e ripensando ad
un’altra donna, così lontana e ormai così fioca. Si ricorda lucidamente il
viaggio, la musica che c’era in autoradio e il sole che sorgeva mentre arrivava
a destinazione ma non riesce più a ricordare il viso di lei, che strana cosa.
Ripensa al fatto che si era detto che non sarebbe mai più stato così con una
donna, e si rende conto che erano solo cazzate. Stai così con tutte le donne,
basta amarle.
Rimette il biglietto sul tavolo, si cambia il cappotto e
si mette una giacca militare e riesce. Prende l’auto, e riparte verso la sua
vecchia zona. Chissà che non trovi qualcuno dei suoi vecchi amici…e anche se
non trovasse nessuno, si spara un giro dove vuole lui, senza dare peso al fatto
che tornerà tardi o meno, anzi, essendo quasi le nove è proprio il momento
giusto per un panino con tutto e una birretta senza fretta; pigia
sull’acceleratore e attraversa Porta Romana che sotto la pioggia gli sembra
tetra e slavata. Direzione Viale Argonne.
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