domenica 1 dicembre 2019

SENTITI RINGRAZIAMENTI

Non mi considero uno scrittore ma forse dovrei, visto che due libri li ho pubblicati e ne ho scritti altri tre. Non mi considero musicista né paroliere sebbene anche in tal caso la mia carriera musicale ha visto delle uscite in cui ho contribuito, ho una pagina bandcamp con almeno sei lavori da solista e tonnellate di riff e testi pronti che la pigrizia non mi fa mettere assieme. 
Mi sono sempre considerato un onesto mestierante che fa le cose per divertimento e che se arriva la popolarità beh, ci sta, ma non me ne faccio una malattia.
Per questo  mi stupisco sempre quando qualcuno mi dice che sono bravo, non è falsa modestia, sono proprio fatto così. 
Fino poco tempo fa sapevo anche mortificarmi parecchio quando mi criticavano in maniera troppo pesante o palesemente ingiusta anche se ora la cosa non succede più, perché sono più consapevole dei miei pregi e dei limiti.
Sì, ero e sono una persona instabile che solo ultimamente ha trovato un equilibrio dopo averci lavorato parecchio e, al momento, ha ancora delle fragilità: ma non ne abbiamo tutti alla fine?
È inutile mascherarsi dietro a personaggi pirandelliani, tanto bene o male quello che siamo viene fuori sempre, alla fine. Quello siamo, quello rimaniamo. Possiamo ammorbidirci, smussare dei nostri angoli ma non cambieremo mai del tutto, le nostre personalità adulte sono ben definite, a meno di non essere degli schizoidi o falsi patologici.
Negli ultimi mesi (non starò a dirvi cosa e come, lungi da me fare il santone, quello che ha la verità in tasca o dirvi troppo degli affari miei) ho avuto modo di pensare parecchio, e se dico parecchio intendo veramente tanto, non i dieci minuti della doccia o la mezz’ora seduti sul cesso, a chi sono. E, buon per me, sono arrivato ad accettarmi, a comprendermi, ad assorbire il mio ‘io’.
Questo non vuol dire che non possa andare d’accordo con gente che la pensa diversamente da me, frequentare persone completamente opposte a me, vestirmi in maniera più o meno consona a certe occasioni o ascoltare questo o quel tipo di musica. 
So chi sono, so da dove vengo e soprattutto so che non ho proprio un bel cazzo da dimostrare a nessuno.
Non più.
In questi mesi mi sono messo alla prova, e parecchio. 
Ho fatto cose che non credevo sarei stato in grado di fare e ho alzato quella che ho chiamato l’asticella del fallimento spesso anche oltre certe mie possibilità. 
Ho scritto tutto questo per dire che sono migliore di voi? 
No, per un cazzo.
L’ho scritto solo per ribadire che io sono io, fatto a modo mio, ne sono cosciente e fortunatamente non sento più quel senso di inferiorità nei confronti di chicchessia.
Specie perché analizzando il mio comportamento e quello di molta gente che mi circonda (amici, ex amici, conoscenti, alcolizzati vari, colleghi di lavoro, ecc…) ho imparato che, spesso, ero il primo considerarmi inadeguato in mezzo a gente che vantava cose o faceva cose per me mirabolanti ma che, alla fine, sono se non quotidiane, a portata di mano.
Per questo ringrazio chi mi è stato vicino (pochi), chi è scomparso (tanti), chi si è comportato da merda, chi anche inconsciamente ha sminuito la mia persona o i miei sentimenti. 
Ho sempre pensato che malgrado tutto se sono quello che sono lo devo sia alle cose belle che a quelle brutte che mi sono successe. 
Quindi, per una volta, ringrazio tutti. La categoria sceglietela voi. 

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