lunedì 1 febbraio 2021

MONETE

Mattina fredda e cielo grigio. Non è il solito grigio uggio, da giornata invernale di città. C’è un bel sole, ma è un sole freddo, che non scalda, anzi, ti fa sentire ancora più freddo sotto il maglione e il cappotto mentre riflette quella luce simile a un neon malato da ospedale su un cielo incolore.
Questa bella luce malata si riflette sui tralicci della corrente piazzati a caso in mezzo a un enorme prato; più vedo questa scena più mi viene freddo e più mi sento una gran voglia di arrivare a casa, addormentarmi e non svegliarmi più.
Mi immagino impiccato su uno di quei tralicci, ma so che alla fine, con la fortuna che mi ritrovo, la corda si spezzerebbe e io finirei a penzolare morto come la carta dei tarocchi dell’appiccato.

Manco so io perché sono così. Certo, certe menate che la vita ti pianta davanti sono pesanti, ma personalmente mi sono sempre chiesto come fanno gli altri a non attaccarsi alla canna del gas e a vivere senza problemi le loro vite inutili e senza scopo.

Senza scopo, come la mia del resto.

Tanta gente che conosco dice che sai, fin da piccolo odiavo tutti, fin da piccolo ero uno che andava controcorrente, ecco io no. Fin da piccolo mi sono reso conto dell’inutilità dell’esistenza. 
Insomma, a cosa serviamo, noi? Viviamo, sopravviviamo, ci affanniamo per farci notare quando basta rendersi conto che nemmeno 5 anni e sei un ricordo sbiadito per tutti quelli che ti conoscono. 
In men che non si dica, per una beffa della vita non ci sei più, e *puf!* tutto quello che hai, che sei ,che hai imparato scompare e non ha più senso. Dischi, libri, auto, casa, arroganza, soldi, animali domestici, debiti e crediti e persino genitori e figli. 

Via tutto.

E tutto, di conseguenza, cambia. Non per noi, che siamo morti e chissà se esiste qualcosa dopo. Cambia per chi rimane, che si dispera, litiga per i soldi, e poi ti bestemmia dietro perché deve sgombrarti casa. 

Sto camminando e guardo per terra, l’asfalto, il residuo di merde di cane spiaccicate, il nulla e i miei piedi che pestano la terra. Non riesco a pensare ad altro che alla non-esistenza, al finirla qui, al dormire e non svegliarmi.

E sì che dovrei essere contento. Sono in salute, ho lavoro, casa, tutto.
Perfino una compagna, che mi ama e che è a casa che dorme. 
E che non sa che inferno mi porto dentro.

Che faccio, torno e la sveglio o mi butto sotto il tram qui vicino? Nulla propende per una scelta, siamo al 50%. 

Tiro la moneta. Testa, tram, croce, casa.

Testa.

Addio.

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