domenica 7 novembre 2021

DI MORGOTH E MALEDIZIONI

Adoravo e adoro quel disco.
Mi ha portato una sfiga inenarrabile, solo dopo anni sono riuscito a ficcarlo sul piatto nuovamente. Ricordo perfettamente che lessi prima l’intervista su ‘Flash’ e poi cercai il disco. All’epoca, dei Morgoth, conoscevo sì e no due pezzi del primo mini che un tizio mi aveva messo su cassetta. Lo trovai al solito Mariposa in Porta Romana, se non ricordo male. Lo portai a casa e, tolto il Cellophane al cd ebbi subito due notizie, una buona e una cattiva.
La cattiva: non c’erano i testi, e avrei preferito sapere di che parlavano, visto che nella sopracitata intervista se ne faceva menzione.
La buona: per un errore di packaging c’erano scivolati dentro due booklet. La cosa non mi era nuova perché mi era già successa con un disco dei Toxik anni addietro (in quel caso erano ben tre), ma essendo un ossessivo compulsivo e perfezioni sta mi faceva piacere perché voleva dire che un booklet rimaneva intonso mentre l’altro lo avrei tranquillamente usato senza troppi patemi.
Ormai iniziavo ad avere le orecchie allenate al genere, per cui sapevo già distinguere un disco buono da una merda e sapevo quali avrebbero allettato i miei gusti e quali no.
‘Cursed’ fu la conferma di tutto a partire dalla copertina, così fuori dagli schemi classici e molto più macabra: al posto dei disegni di Repka, Seagrave o dei collage di foto Splatter troneggiava la foto in bianco e nero di un corvo morto e crocefisso su una croce capovolta, il tutto incastonato in un lettering oro e una cornice viola che dava un tocco decisamente gotico e tetro alla copertina. Il fatto che i Satyricon abbiano usato lo stesso concetto di base (seppure sviluppato diversamente) anni dopo su ‘Nemesis Divina’ la dice lunga su quanto l’idea della cover fosse ‘avanti’.
Il disco, manco a dirlo, era perfetto per i miei gusti. Ottime dinamiche che lo rendevano vario, alternanza di parti tirate con il growl disperato di Grewe al parlare anche di inquinamento o disoccupazione.
Adoravo quel disco e, ascoltato dopo anni, mi piace molto pure oggi.
Quello che però notai, a cavallo degli anni 2000, era che ogni volta che lo mettevo su e, a volte, anche solo estrarlo, succedeva qualcosa di spiacevole. Francamente non so se era vero, superstizione o profezia autoavverante, fatto sta che iniziai a non ascoltarlo proprio perché mi pareva un disco maledetto ‘cursed’, appunto).
E dopo una, due, tre volte che non lo metti…non lo metti più, e te lo scordi. Anni dopo, capitai in un negozietto punk che aveva aperto i battenti poco lontano da dove vivo adesso; questi due ragazzetti avevano preso in mano le sorti di quello che era stato il ‘new zabriskie point’ dopo che Stiv Rottame aveva venduto fuori tutto e svendevano il magazzino a prezzi infami. Ricordo che presi un 7”degli exit 13, uno dei Brutality, I Candiru, lo split Disharmonic Orchestra/Pungent Stench e varie uscite TVOR a due euro per 7” e cinque per lp. Oltre a tutto quel ben di dio mi capitò davanti l’ lp dei Desecrator e la copia in vinile di Cursed.
Un po’ titubante per la fama sinistra che si era guadagnato in casa mia lo comprai comunque, lo portai a casa, lo guardai (era nuovo di pacca se non fosse per uno strappo della copertina dovuto al trascloco) ma non ebbi il coraggio di ascoltarlo. Lo misi via e me ne dimenticai, praticamente come dimenticai metà del catalogo dei Morgoth. È stato solo anni dopo, dopo la separazione, durante il periodo di malattia, quando mi fu prospettata la merda più merda, che mi ricapitò davanti. E lì, visto che non avevo nulla da perdere, decisi che era arrivato finalmente il momento di fare girare quel vinile e rendergli giustizia.
Era, se non esattamente, meglio di come lo ricordavo. Me lo godetti da inizio a fine intro e outro comprese. Lo rimisi da inizio a fine, almeno altre due volte e lo ascoltai anche nei giorni successivi.
Ovviamente, non successe un cazzo di strano o nefasto.
Era finita la maledizione o era semplicemente un serie di sfortunate coincidenze?
Vai a saperlo.

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