mercoledì 5 giugno 2024

EPITAFFIO

Speravo che questo giorno non arrivasse, invece mi trovo costretto, per onestà intellettuale, a dover salutare tutti quei (pochissimi) lettori di pagina, blog, ecc. per non alimentare false speranze, soprattutto mie. Di seguito troverete un racconto, l’ultimo, per un bel po’ credo. La decisione non è presa a cuor leggero, ma trovandomi in una situazione di “stanca”, di vuoto creativo e con una serie di cose da seguire nella vita odierna, preferisco per il momento abbassare la saracinesca. Potrei riassumere il motivo con una parola di sei lettere, ma alla fine cosa importa? Divertitevi, o riflettete, leggendo l’ultimo qui sotto. 

Forse ci rivedremo.

Tempo fa, a insaputa di tutti i miei contatti più stretti, mi sono trovato a prendere un caffè, che poi sono diventati tre, con una persona con cui ho avuto una serie di digressioni molto pesanti. Personalmente sono uno che non scorda mai i torti, quindi sono arrivato all’appuntamento con una serie di appunti mentali su come demolire ulteriormente questa persona.

Solitamente sono molto bravo, e non lo dico per presunzione, a rinfacciare i torti subiti, e anche questa volta la cosa non è andata diversamente.
Questa persona si è aperta con me in maniera che non avrei mai pensato, mi ha raccontato del suo divorzio, della depressione, del fatto che malgrado adesso sia “a posto” con una nuova vita rimane ancora infelice ma, soprattutto, mi ha lasciato l’amaro in bocca una sua frase: “nessuno realmente sa come mi sento”. Ho pensato che spesso siamo un po’ tutti così. Un po’ tutti ci sentiamo incompresi, e un po’ tutti ci si incazza a bestia perché non ci si sente ascoltati o capiti dal partner.
E infatti gli ho risposto ESATTAMENTE così. Di contro mi ha detto che forse solo io lo capivo perché siamo simili e abbiamo la stessa visione della vita.
La conversazione l’appuntamento sono andati avanti su toni civili e tranquilli, io ho ascoltato lui, lui ha ascoltato me ma senza togliermi di dosso una strana sensazione di disagio che si è protratta anche la sera.
Quando ci siamo salutati, credo definitivamente, la faccia, l’espressione e il tono di questa persona lasciavano pensare a uno che volesse tagliarsi le vene.

Beh, direte voi, gliele hai dette tutte, che cazzo pretendevi?
Nulla, ovviamente. Solamente vedere lui in quello stato mi ha fatto pensare che forse non aveva tutti i torti, perché, alla fine dei suoi racconti, io mi sentivo esattamente come lui.

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